Memoria Storica

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Memoria Storica 9
memoria-storica-09

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STUDI
L’attività partigiana in provincia di Terni
Vincenzo Pirro
Il diario di Alfredo Filipponi
Gianfranco Canali
Radiografia di una formazione partigiana: la brigata Gramsci
Giuliano Granocchia, Cinzia Spogli

DOCUMENTI
Guerra e guerriglia in Umbria nei Notiziari della Guardia Nazionale Repubblicana (1943/44). I parte: la provincia di Terni
Vincenzo Pirro

MEMORIE
Protagonisti dell’ultima guerra si raccontano
Telesforo Nanni

RICERCHE
Per una storia dell’antifascismo in Umbria: Giuseppe Sbaraglini
Guglielmo Giovagnoni

BENI CULTURALI
Per uno studio del reimpiego a Terni: note preliminari
Claudia Angelelli

INVITO ALLA LETTURA
Carlo Parini (B. Antonellz)
Franca Giffoni La chiesa ternana dalla guerra alla ricostruzione ( C Romani)
Vincenzo Pirro
Regionalizzazionee regionalismon ell’Italia Mediana ( G. Nenct)
Claudia Angelelli
L’invenzione di una regione. L’Umbria dall’Ottocento ad oggi (R. Covino)
Claudia Angelelli
Schede e segnalazioni
Cristina Ranucci

NOTIZIE
Francesco Pullia

Presentazione

Questo fascicolo di Memoria Storica è quasi interamente dedicato alla fase finale della seconda guerra mondiale con i suoi riflessi drammatici nella coscienza degli italiani e nella società civile. La prospettiva della rivista è limitata alla storia locale, ma sullo sfondo è sempre presente la più complessa realtà nazionale che dà senso compiuto alle vicende del 1943-45. Abbiamo voluto portare il nostro contributo alla comprensione di un periodo cruciale della storia d1talia, parlando soprattutto della condizione umana di coloro che si trovarono a scegliere tra la guerra e la guerriglia, il fascismo repubblicano e la lotta partigiana, la Repubblica del Nord e la Monarchia del Sud. L’abbiamo fatto con lo stile che contraddistingue questa rivista, senza forzature ideologiche e moralistiche, senza pregiudizi e faziosità, dando il più possibile spazio ai documenti e alle testimonianze. Che – giova ripeterlo – non parlano da soli, ma se interrogati dallo storico, coerentemente ai suoi interessi e ai suoi valori. Il nostro ideale non è quello astratto e impossibile di una storiografia neutra e asettica, incapace di parlare al cuore degli uomini, ma quello di una storiografia che viva nello spirito della verità. È difficile fare la storia degli avvenimenti più recenti, perché è difficile liberarsi dalle passioni politiche e ideologiche, considerare le cose in universale, ma è soprattutto difficile reprimere i sentimenti di sdegno e di vergogna per le tante sof farenze umane che ancora ci toccano. Al di là del discorso su fascismo e antifascismo, che può riuscire astratto, rimane la considerazione su quel potente e terribile fattore della storia che è la violenza, inferta o subita. Abbiamo cercato di affrontare anche questo argomento, sia pure a tratti. Qui possiamo aggiungere che della violenza si può dire in tanti modi: vi è la violenza istituzionale e quella individuale, la violenza organizzata e quella spontanea, la violenza dell’aggressione e quella della resistenza, e così via; ma in nessun caso si può dire che essa sia giusta o morale. Almeno non tocca dirlo allo storico, che ha il compito di comprendere come sono andate realmente le cose e ricostruire i moventi collettivi e personali delle azioni umane, anche quelle più abberranti, e cosi contribuire a scacciare la violenza e a ingentilire gli animi nell’unica maniera che gli è comentita, portando la pace dove era la guerra, la pietas dove era l’odio.

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