STUDI
A Giulio Briccialdi. Note storico artistiche.
di Andrea Giardi
Ambienti, quotidianità e lavoro nel «Presepio fatto in S. Maria da don Marco Antonio Pizzuti canonico».
di Cristina Sabina
Il fondo archivistico di Maria Carloni (1899-1977), prima direttrice della Biblioteca Paroniana di Rieti, «fedele custode» della memoria di Angelo Sacchetti Sassetti (1873-1968).
di Roberto Marinelli
RICERCHE
I “regicidi” ternani.
di Marcello Marcellini
La R. Guardia di Finanza e il fronte interno (1914-1918).
di Enrico Fuselli
Lo spionaggio nella Grande Guerra. Da Marmore alta al colpo di Zurigo.
di Sergio Bellezza
La riscossa del Regio Esercito Italiano dopo la disfatta di Caporetto: la vittoriosa ‘Battaglia dei Tre Monti’ (28-31 gennaio 1918). Il determinante ruolo della Brigata Sassari (151°, 152° Reggimento Fanteria).
di Adolfo Puxeddu
NOTE E CONTRIBUTI
Su due bandiere turche conservate in Amelia e sulla loro presunta origine lepantina.
di Francesco Canali
OSSERVATORIO
Recensione di Domenico Cialfi
Errata corrige / Addenda in riferimento al saggio di A. Ponzi, R. Ovidi, “Memoria Storica” n. 52.
Presentazione
Dopo il fascicolo tematico n. 52, dedicato a temi di ambito archeologico soprattutto di Ponte del Toro, di Carsulae e delle mura di Amelia, “Memoria Storica” riprende il suo consueto aspetto, accogliendo saggi frutto delle autonome piste di ricerca dei singoli autori. La rivista si apre con un saggio di Andrea Giardi dedicato al musicista Giulio Briccialdi, vera gloria musicale della nostra città, tanto da aver dato il suo nome alla sua più prestigiosa istituzione musicale e di cui nel 2018 ricorreva il duecentesimo anno della nascita. L’autore del saggio, appassionato cultore di studi locali di vario ambito, dà conto delle celebrazioni avvenute, ma, oltre ad allargare l’indagine all’ambito famigliare del noto flautista, ne ripercorre alcuni nodi salienti della vita, operando un’accurata analisi critica delle fonti scritte anche note e correggendo, sulla scorta di documentazione di prima mano, la data precisa della nascita, attestata innanzitutto da una nota targa commemorativa posta sulla facciata della casa natia dell’artista. Merito di Giardi è anche quello, infine, di aver svelato nello scultore e architetto Pier Gaetano Possenti l’autore del pregevole busto in gesso del musicista che, ormai restaurato, fa bella mostra di sé all’interno di Palazzo Giocosi, sede dell’istituzione musicale cittadina. Sempre al Possenti è da ascrivere il medaglione che sovrasta la stele funeraria del Briccialdi nel Cimitero monumentale della città. Cristina Sabina, infaticabile e appassionata ricercatrice del territorio di Collescipoli, fa rivivere con circostanziati approfondimenti, anche di ambito storico-antropologico, un presepe di età barocca, supplendo con la ricchezza descrittiva desunta dalla documentazione disponibile e con l’accostamento comparativo di immagini locali non coeve alla mancanza di documentazione iconografica. Lo “Studio” si fregia dell’eloquente titolo: “Ambienti, quotidianità e lavoro nel «Presepio fatto in S. Maria da don Marco Antonio Pizzuti canonico»”. Sempre nell’ambito degli “Studi”, Roberto Marinelli, con eloquente capacità di sintesi, dà conto del corposo ed interessantissimo, non solo per la città di Rieti, fondo archivistico di Maria Carloni (1899-1977), prima direttrice della Biblioteca Paroniana di Rieti, quindi ispettrice onoraria per le opere di antichità e d’arte, «fedele custode» della memoria di Angelo Sacchetti Sassetti (1873-1968), tra l’altro, uno dei fondatori della storiografia della città. Nel fondo Carloni trovano luogo anche le carte di altri due ispettori onorari per le opere di antichità e d’arte, personaggi tra l’altro assai diversi: Francesco Palmegiani e Cesare Verani, coprendo così un vasto tratto temporale che da fine Ottocento si proietta in gran parte del secolo successivo. Non possiamo che ribadire quanto asserito dal Marinelli in chiusura del suo saggio: “È auspicabile pertanto si possa procedere in futuro al lavoro di inventariazione analitica del fondo, e ad un più consono condizionamento delle carte, così da poterlo mettere a disposizione del mondo degli studi, evidenziando la ricchezza e l’interesse dei documenti presenti, al di là della quantità materiale della carte, comunque tutt’altro che esigua”. La sezione “Ricerche” si avvale di un saggio di Marcello Marcellini che ricostruisce, sulla base di documentazione di prima mano, la caccia agli apologeti di regicidio, in cui spicca la figura dell’anarchico ternano Remo Borzacchini. Si tratta del primo di tre saggi già rifiniti da parte dell’autore, argomento di una recente conferenza presso l’Ordine degli avvocati, e di cui daremo conto nei prossimi numeri della rivista. La sezione va avanti poi con ricerche da ascrivere ad ulteriori indagini e approfondimenti intorno ai temi della Grande Guerra. Enrico Fuselli affronta, da par suo, il tema della Reale Guardia di Finanza operante nel fronte interno, Sergio Bellezza affronta l’interessante tema dello spionaggio e del controspionaggio, dando conto di alcuni personaggi e fatti che coinvolsero anche il nostro territorio. L’eloquente titolo del saggio: “Lo spionaggio nella Grande Guerra. Da Marmore alta al colpo di Zurigo” rivela abbondantemente tale coinvolgimento. Infine, Adolfo Puxeddu, di cui “Memoria Storica” ha già pubblicato un saggio sempre sull’argomento, affronta il tema della riscossa del Regio esercito dopo Caporetto, evidenziando con puntuali riferimenti il determinante ruolo della Brigata Sassari. La sezione “Contributi” si avvale di un documentato saggio di Francesco Canali dal titolo: “Su due bandiere turche conservate in Amelia e sulla loro presunta origine lepantina”. Chiude il fascicolo una recensione su di un ulteriore lavoro di Flavio Frontini di ambito linguistico e in ultimo si segnala una “errata corrige / addenda” in riferimento al saggio di Andrea Ponzi e Rosanna Ovidi dal titolo: “Indagini archeologiche nell’area del crollo delle mura di Amelia, 2009-2011. Risultato di scavo”, comparso nel n. 52 di “Memoria Storica”.
Nel licenziare il nuovo fascicolo sorge spontaneo un pensiero in ricordo dell’opera e dell’uomo Telesforo Nanni che ci ha lasciato in ottobre, dopo l’improvvisa e inaspettata scomparsa, per lui sicuramente oltremodo dolorosa, della signora Grazia, sua moglie. Sempre lucidissimo, nonostante gli acciacchi della vecchiaia, quando la fattiva collaborazione con scritti a “Memoria Storica” ha prima subito un rallentamento e poi è venuta meno, non ha mai smesso di contribuire con opportuni e circostanziati suggerimenti alla buona riuscita di eventi e ricerche messi in campo dal Centro Studi Storici di Terni, di cui, ricordiamolo, era stato tra i fondatori nell’ormai lontano 1989. Lettore infaticabile e oltremodo aggiornato, si è sempre dimostrato un “maestro” colto e disinteressato, mai scontato, anche quando le sue parole potevano apparire sferzanti. Conversatore brillante, fermo nelle sue idee, ma non rigido e mai accomodante, era un piacere ascoltarlo e interloquire con lui. Capace spesso di sagaci battute e ironie taglienti, senza mai dimenticare l’insita e spontanea tolleranza verso le debolezze dell’essere uomini, si dimostrava sempre umanamente comprensivo, mai indulgente, nei confronti dei “vinti”, degli “sconfitti”, dei “perdenti”, inevitabilmente in solitudine. Telesforo, ti sia lieve la terra.
Domenico Cialfi