STUDI
K. G. Zumpt e la derivazione del Velino di M. Curio. Considerazioni sulle opere idrauliche romane alla Cascata delle Marmore.
di Miro Virili
Giuseppe Presenzini e il suo romanzo “Federico D’Ombrè, il dramma di una generazione” nelle lettere al fratello Alberto. L’autore – Il romanzo – Le lettere al fratello – L’antologia della critica.
di Domenico Cialfi
RICERCHE
Malaria, bonifica e mezzadria nell’Agro Reatino tra Ottocento e Novecento
di Roberto Marinelli
La dogana pontificia di Salto del Cieco
di Enrico Fuselli
Le squadre d’azione fasciste nei dintorni di Terni nel maggio del 1921
di Marcello Marcellini
NOTE E CONTRIBUTI
La tela dell’Annunciazione di Angelo Papi sull’altare maggiore della chiesa di S. Maria dell’Annunziata di Collevecchio
di Francesco Benedetti
OSSERVATORIO
Recensioni di Marcello Marcellini e Domenico Cialfi
Presentazione
Con il numero 43 di “Memoria Storica” offriamo ancora una volta saggi diversificati che attengono alle specifiche piste di ricerche dei singoli autori, ma la cosa rilevante consiste nel voler dare voce il più possibile al complesso territoriale dell’Umbria meridionale, senza dimenticare la Sabina che non solo per lungo tratto temporale, a partire dall’unità d’Italia, ha fatto parte amministrativamente dell’Umbria, ma che anche sotto il profilo territoriale, specialmente per quanto riguarda il sistema idrico Nera-Velino, è risultata e risulta strettamente connessa all’ambito umbro. Miro Virili, prendendo spunto da una lezione del filologo e storico tedesco Karl Gottlob Zumpt, tenuta all’università di Berlino nell’aprile del 1836 e tradotta dal tedesco da parte di Marianne Gackenholz, in cui mise in dubbio che fosse stato Manio Curio Dentato a realizzare sul piano delle Marmore la Cava Curiana, pur non sposando tale tesi, recupera l’importanza dello Zumpt a proposito delle altre opere idrauliche, mai specificamente indagate come sistema, realizzate dai ternani sia al di sopra della cascata che alla confluenza del Velino con la Nera, con lo scopo dichiarato di riportare al centro delle riflessioni la cascata “sia come elemento identitario di due città, Terni e Rieti, sia come parte integrante dell’identità Europea”. “La cascata delle Marmore – sostiene sempre Virili – non è, infatti, una semplice località alla periferia di Terni sul confine con la provincia di Rieti, ma è un luogo, anzi uno dei centri d’Europa al pari delle grandi città d’Arte”. Lo studio si completa con una interessante appendice sull’iconografia di Manio Curio Dentato. Cialfi, mette al centro del suo studio il romanzo “Federico Dombrè, il dramma di una generazione” di Giuseppe Presenzini, orvietano di nascita, ma di famiglia bevenate, il quale, deciso a difendere le ragioni della scuola, rispetto a quelle della politica, fu perseguitato dal fascismo e costretto, sul finire degli anni Venti, a lasciare Todi, dove insegnava, e l’Umbria. La fatica narrativa del Presenzini, indagata anche grazie alle lettere al fratello Alberto, prendendo le mosse dalla prima guerra africana e dai moti del ’98, termina con la marcia su Roma. ‘IL Federico Dombrè” fu concepito “negli anni dell’umiliazione”, quelli del fascismo, quando si smarrirono i destini della patria da parte di quella generazione che era rimasta coinvolta nelle fiamme della Grande Guerra e fu scritto sotto il fragore delle bombe della seconda Guerra mondiale e degli scontri della guerra civile. Nella sezione “Ricerche” Roberto Marinelli, indaga, da par suo, con vasti riferimenti alla bonifica della piana reatina tra Ottocento e Novecento e alla conduzione mezzadrile delle campagne, il fenomeno della recrudescenza di focolai malarici che tornarono a manifestarsi nella piana reatina anche nell’area confinante con il lago di Piediluco per la mancata realizzazione a causa della guerra di opere idrauliche previste dal progetto complessivo di bonifica. Enrico Fuselli, il quale ha al suo attivo studi e pubblicazioni di storia della Guardia di Finanza e del contrabbando, iniziando una collaborazione, speriamo proficua, con la nostra rivista, si occupa della dogana pontificia di Salto del Cieco, mentre Marcello Marcellini completa con un’indagine sulle azioni delle squadre fasciste nei dintorni di Terni nel maggio del 1921 la sua ricerca sul “biennio rosso” e oltre. La storiografia su questo specifico tema ha per lo più fatto riferimento al diario di Francesco Alunni Pierucci, Marcellini utilizza, invece, i fascicoli dei procedimenti penali iniziati all’epoca dalla magistratura. Nella sezione “Note e contributi”, con il saggio di Francesco Benedetti si torna a parlare della Sabina e in particolar modo di Collevecchio, insieme a Narni, Norcia e Montalto nelle Marche, tra le più piccole sedi di governo dell’intero Stato Pontificio. Benedetti ricostruisce le vicende e l’iconografia della tela settecentesca dell’altare maggiore della Chiesa di S. Maria dell’Annunziata del pittore romano Angelo Papi, attivo anche a Terni. Chiudono il presente numero della rivista: Marcello Marcellini, che in maniera circostanziata e puntuale recensisce la fatica storica di Carlo Folli su San Gemini e le sue acque, edita nel 2012, e Domenico Cialfi con una nota sul testo “Logge e Massoni in Umbria” di Vittorio Gnocchini, edito nel 2013. Comunichiamo ai Soci del Centro Studi e ai nostri lettori che sarà allegato al presente numero della rivista un CD che riproduce i primi 19 fascicoli della rivista. Un progetto editoriale teso alla riproduzione elettronica integrale di tutti i fascicoli fin’ora editati, che speriamo di concludere con il n. 44 del dicembre prossimo. Tale sforzo vuole essere, a ben vedere, un fattivo e doveroso ricordo nei confronti del fondatore del Centro Studi Storici e della rivista scientifica del Centro: “Memoria Storica”, Vincenzo Pirro, che ci ha lasciato da più di cinque anni.
Il coordinatore Domenico Cialfi