Memoria Storica

Archivio digitale

Memoria Storica 39
memoria-storica-39

Per scaricare questo volume devi essere registrato.

STUDI
Il canale Pio e l’opera di Andrea Vici a Terni
di Miro Virili

RICERCHE
Novità per Orlando Merlini perugino in Santa Maria di Ferentillo
di Sara Cavatorti e Lorenzo Principi
La strage di piazza Vittorio Emanuele del 28 giugno 1920
di Marcello Marcellini

MEMORIE
Ricordo di Terni
di Stelvio Carloni

NOTE E CONTRIBUTI
Nota su una tela erroneamente attribuita ad Antonio Mancini e cenni sulle presenze dell’artista a Narni
di Domenico Cialfi
Giovanni Manni, l’epilogo di una storia
di Sergio Bellezza

OSSERVATORIO
Recensioni
di Piero Bevilacqua
Schede e segnalazioni bibliografiche a cura della redazione

Presentazione

Mossi sempre dallo stesso intento, quello di volgersi agli eventi del passato sospinti unicamente dalla volontà di comprendere il dispiegamento dei processi storici e di affinare la lettura del presente, con questo numero della rivista, che va in stampa, come dovuto, nel dicembre 2012, abbiamo coperto anche il secondo semestre del 2011. Lo studio in apertura è di Miro Virili, che per la prima volta collabora con “Memoria Storica”, e riguarda l’opera dell’architetto settecentesco Andrea Vici in ambito locale. Per meglio dire, lo studio prende le mosse dal restauro della loggia belvedere della cascata che, danneggiata dal terremoto del 1785, fu restaurata nelle forme attuali nel 1793, alla fine dei lavori del Canale Pio, fortemente voluti dal papa Pio VI, allo scopo di salvaguardare quel “sorprendente spettacolo” della cascata ed affidati da papa Braschi all’architetto di Arcevia. Il saggio pone in evidenza che è grazie agli interventi progettati e realizzati dal Vici se oggi possiamo ancora ammirare la cascata, così come la vedevano Pio VI e i viaggiatori del Grand Tour. In base allo studio di nuovi documenti archivistici, Miro Virili ci rende partecipi in dettaglio dell’opera del Vici, entrando perfino nel merito del monumento commemorativo dei lavori voluti da Pio VI e delle sue diverse collocazioni nel tempo, e arriva a fornirci una ricognizione completa e documentata dell’opera del Vici nell’area ternana, includendo anche la realizzazione di palazzo Gazzoli, già attribuito da altri studiosi all’architetto di Arcevia. Nella sezione Ricerche due giovani studiosi, Sara Cavatorti e Lorenzo Principi, ci danno conto con il loro lavoro della scoperta di un inedito affresco del perugino Orlando Merlini nella pieve romanica di Santa Maria della pietà in Ferentillo, assai rimaneggiata nel corso del XV secolo. L’opera del Merlini, variamente attribuita da parte di studiosi di ambito locale, anche se frammentaria (a causa di interventi strutturali successivi), apre nuove piste di ricerca intorno alla figura e alla produzione dell’artista perugino e “concorre ancora una volta – come asseriscono i due giovani ricercatori – alla valutazione della Valnerina come crocevia di culture le più diverse tra l’ultimo quarto del Quattrocento e il primo del secolo successivo”.
Nella stessa sezione Marcello Marcellini continua la sua operosa indagine sul c.d. “biennio rosso” e dintorni in sede locale, e torna ad analizzare, intrecciando fonti le più diverse, senza trascurare naturalmente quelle processuali, la strage del 28 giugno 1920 in piazza Vittorio Emanuele a Terni. “Non è azzardato affermare – sottolineiamo con l’autore – che la strage di Terni e la sanguinosa rivolta dei bersaglieri di Ancona influirono sulla decisione di Giolitti di abbandonare al più presto ogni pretesa su quel piccolo paese al di là dell’Adriatico”, l’Albania. Nella sezione Memorie si è dato spazio ai ricordi su Terni di Stelvio Carloni (interrotti soltanto dal venir meno delle sue forze, prima della scomparsa terrena), il quale con divertita sagacia ci restituisce dei vivaci bozzetti di vita vissuta assai godibili. In Note e contributi, Domenico Cialfi svela le erronee e reiterate attribuzioni ad Antonio Mancini, uno dei maggiori esponenti del realismo meridionale della seconda metà dell’Ottocento, di una tela narnese, in realtà opera del pittore Erulo Eroli, discendente del ramo romano della nobile famiglia umbra degli Eroli. Nella stessa sezione ospitiamo il contributo del presidente dell’Associazione garibaldina “Pietro Faustini” che ci informa dell’epilogo della storia di Giovanni Manni, “l’operaio comunista di 19 anni ucciso a pugnalate il 16 settembre del 1921 in via Mentana nella colluttazione con due fascisti”, di cui si è ampiamente occupato Marcello Marcellini nel numero precedente di “Memoria stroica”. Il Manni, sepolto senza nemmeno un funerale, ha trovato recentemente sepoltura nella Cappella dei garibaldini nel cimitero monumentale di Terni. Particolarmente centrata e stimolante risulta la recensione del prof. Piero Bevilacqua dell’ottimo libro di Roberto Marinelli, “La bonifica reatina: dal canale settecentesco di Pio VI alle Marmore agli impianti idroelettrici del Bacino Nera- Velino”. Il prof. Bevilacqua, che in più occasioni e per vari editori si è occupato di storia del territorio e dell’agricoltura italiana e che nel 1984, insieme a Manlio Rossi Doria, ha dato alle stampe per Laterza un libro di grande successo sulle bonifiche in Italia, non poteva non apprezzare la fatica di Marinelli il quale, in maniera circostanziata e con riferimento a una ricchezza di fonti, ha dato conto della bonifica della piana reatina, rendendo addirittura monumento all’identità territoriale e storica di un’intera comunità, quella reatina, senza dimenticare la comunità ternana. Chiudono il fascicolo rapide e concise schede bibliografiche a cura della redazione.

Anteprima Volume