Memoria Storica

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Memoria Storica 30
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STUDI
Arturo Bocciardo: una vita per l’industria di Vincenzo Pirro Filippo Senesi alla Costituente Romana del 1849
di Marco Severini
Le ferrovie: auspicio, sogno e delusione per le Marche e L’Umbria di Vincenzo G. Pacifici RICERCHE Artigiani ebrei e artigiani cristiani. Una società “mista’ a Terni nel 1465 di Paolo Pellegrini La navigazione e la pesca nel lago di Piediluco
di Walter Mazzilli

NOTE E CONTRIBUTI
La battaglia del Trasimeno nel 217 a. C. Una ricostruzione storico-militare
di Filippo Maria Bonci

RECENSIONI
La legislazione santuaria. Secoli XIII-XVI. Umbria, a cura di M.G. Nico Ottaviani
di Laura Andreani
Autori vari, Quella Piazza della Pace. Una storia ternana: racconti e memorie da Villaggio Italia
di Carla Arconte

OSSERVATORIO
Schede e segnalazioni bibliografiche
di Francesco Pullia

Beni e attività culturali
Paolo Pellegrini

Presentazione

L’esperienza di Arturo Bocciardo alla guida della Società Terni, l’attività di Filippo Senesi come costituente della Repubblica Romana del ’49, lo sviluppo del sistema ferroviario umbro-marchigiano dopo l’Unità: sono questi i lemmi degli studi che aprono il trentesimo fascicolo di Memoria Storica, fascicolo che inaugura il XVI anno di vita della rivista e che conferma l’impegno della redazione ad allargare l’area geografica oggetto di indagini, grazie anche ad una più sistematica collaborazione con il mondo universitario. Dell’ing. Bocciardo, che diresse le Acciaierie ternane dal 1921 al 1945, Vincenzo Pirro traccia un profilo attento ai rapporti tra economia e politica, tra grande industria e regime fascista da cui dipesero le vicende aziendali della Terni. In particolare, dà spazio al ruolo avuto dal ‘Krupp italiano’ al tempo della Repubblica Sociale e dell’occupazione tedesca, di cui raramente si trova traccia nella pur vasta bibliografia sulla Società Terni. Nel complesso, il lavoro di Pirro – del quale uscirà un estratto su lngenium, il periodico dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Terni – restituisce alla figura di Arturo Bocciardo i suoi giusti contorni: quelli di «un tecnocrate ‘organico’ al regime» il cui impegegno politico, però, rimase sempre marginale rispetto all’impegno professionale. Tutt’altro che distante dalla politica fu invece Filippo Senesi. Marchigiano di nascita e umbro d’adozione, egli fu eletto, quasi sessantenne, all’Assemblea costituente della Repubblica Romana del 1849. A lui sono dedicate le dense pagine di Marco Severini, uno studioso non nuovo ad indagini prosopografiche sui protagonisti di una delle fasi più significative del nostro Risorgimento. A quella esperienza Senesi partecipò con la competenza giuridico-amministrativa acquisita nella professione forense e con sincero entusiasmo per gli ideali democratici. Ma l’anziano avvocato fu anche strenuo difensore di alcune sue convinzioni di fondo, talvolta scontando il proprio rigore con la messa in minoranza da parte dell’Assemblea, senza che ciò intaccasse l’amicizia e La stima che per lui ebbe Mazzini, uno dei ‘padri’ della Repubblica. Dall’Italia ancora ‘da fare’ cui rimanda il saggio di Severini, si passa, con lo studio di Vincenzo Pacifici, a un’Italia ormai ‘fatta’, alle prese, tuttavia, con una questione cruciale come quella di dotare il paese di una rete ferroviaria all’altezza del nuovo Stato. Pacifici, in particolare, prende in esame il dibattito politico protrattosi intorno alla mancanza di adeguati collegamenti, fa Umbria e Marche e tra le due regioni con a resto del territorio nazionale. Una carenza della cui gravità avevano assunto consapevolezza già gli ultimi governi pontifici, ma che ancora nel 1910, quasi mezzo secolo dopo la nascita del Regno d’Italia, faceva parlare Domenico Arcangeli, politico e amministratore spoletino, di «deserto ferroviario del Centro Italia». A firma di Paolo Pellegrini e di Walter Mazzili sono i due lavori pubblicati nella sezione Ricerche. Il primo si occupa di una società costituita a Terni nel 1465 da un bastaio ebreo e un suo collega cristiano, con un contributo che da un lato rivela quanto stereotipate siano certe letture del rapporto fra ebrei e cristiani nell’Italia tardomedievale, e dall’altro ci introduce in un ambiente, quello dei lahoratores ternani del XV secolo, di cui quasi nulla sappiamo. La ricerca di Mazzilli è invece dedicata alla navigazione e alla pesca nel lago di Piediluco, argomento sul quale si è conservata wui notevole messe di fonti iconografiche e documentarie che hanno permesso all’autore di ricostruire l’incidenza che le due attività hanno avuto sulla Dita economica e sociale della località lacustre lungo un arco di tempo che 1Jn dall’antichità all’età contemporanea. Un altro lago umbro fa da scenario alla vicenda ripercorsa da Filippo MariaBonci nella sezione Note e contributi: la battaglia di cui nel 217 a.C. furono teatro le sponde del Trasimeno e che vide oltre 15.000 romani trucidati dalle truppe del generale cartaginese Annibale Barca. Del sanguinoso episodio, che a Roma provocò una gravissima crisi politico-istituzionale, Bonci fornisce interessanti particolari, dall’entità delle forze in campo alle tecniche militari adottate dai due opposti schieramenti. Nelle Recensioni, seguite dalle consuete rubriche dell’Osservatorio (Schede e segnalazioni bibliografiche, a cura di francesco Pullia, e Beni e attività culturali, a cura di Paolo Pellegrini), Laura Andreani, in un ampio e articolato intervento che costituisce un vero e proprio saggio, analizza il libro sulle leggi santuarie in Umbria, curato da Maria Grazia Nico Ottaviani, mentre Carla Arconte si sofferma sul volume collettaneo dedicato di recente a Piazza della Pace, uno dei luoghi-simbolo della ‘Terni operaia’.

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