STUDI
Storie di donne a Terni. I processi per aborto dal 1923 al 1945
Carla Arconte
Il Partito comunista a Terni: dalla clandestinità al governo della città (quarta parte)
Vincenzo Pirro
RICERCHE
Il Guerriero Loricato del V secolo a.C.
Daniele Cellamare
Papi, prelati, personaggi di rango e gente comune in una pagina di ‘ricordi’ del sec. XIV
Vincenzo Di Flavio
MEMORIE
Organi e cantorie nella Diocesi di Terni Narni Amelia tra il XVI e il XIX secolo
Agnese Morano
RECENSIONI
La Chiesa Parrocchiale di Arrone. Documenti e opere
Letizia Salvatori, Mario Petralla, Giovanna Sapori Le vie e le piazze di Terni
Angela Cicioni, Walter Mazzilli
OSSERVATORIO
Beni e attività culturali
Presentazione
Con questo numero, il 26° della serie, Memoria Storica inaugura il XIV anno di vita ed entra nel 2005. Vi entra alla fine dell’anno e non all’inizio, come avrebbe dovuto, per una serie di motivi tra cui principalmente l’impegno che il Centro Studi Storici, editore della rivista, ha profuso in altre iniziative come l’organizzazione del convegno che si è tenuto a maggio presso l’Archivio di Stato di Terni: “La città dinamica: lavoro e dopolavoro a Terni nel periodo fascista”, e soprattutto le celebrazioni mazziniane. Il Centro Studi può contare su poche forze umane (a titolo volontario) e su limitate (nonché incerte) risorse finanziarie: di qui la sua grande autonomia e flessibilità ma anche la fatica del cammino, che si riflette sulla vita della rivista. Il fascicolo si apre con un lungo saggio di Carla Arconte sulla condizione femminile a Terni durante il fascismo, che offre l’occasione per riflettere su due circostanze fondamentali di segno diverso: la prima è la ricchezza delle fonti giudiziarie, finora poco esplorate, anche per la difficoltà di accedere all’archivio del Tribunale (ove in gran parte sono conservate); la seconda riguarda la storia al plurale, le “storie” che ci riconducono alla “condizione umana” di cui parla Hanna Arendt e che Renzo De Felice esorta a tener sempre presente, anche quando si ha a che fare con la “grande storia”. Dal punto di vista strettamente storiografico il saggio dell’Arconte contribuisce a sfatare alcuni luoghi comuni sul rapporto tra la giustizia italiana e il fascismo, nel senso che, attraverso i documenti processuali, individua nella magistratura un atteggiamento e una mentalità di tipo conservatore, in linea con la tradizione liberale, piuttosto che una dipendenza dall’ideologia fascista. Segue la storia a puntate del Partito Comunista ternano di Vincenzo Pirro, che questa volta tratta in particolare del difficile dopoguerra a Terni e della lenta ripresa della vita politica, dominata dai conflitti ideologici tra comunisti e cattolici, ma anche dalla rivalità tra comunisti e socialisti in occasione delle tornate elettorali del ’46: elezioni amministrative, referendum istituzionale, assemblea costituente. Ancora una volta sono i documenti che parlano (o meglio sono interrogati dallo storico e costretti a parlare), documenti conservati nell’Archivio Centrale dello Stato e nell’Archivio del Partito Comunista presso l’Istituto Gramsci. Dai quali si può dedurre che il successo elettorale del PC e in genere dell’Estrema sinistra fu un fenomeno spontaneo e scontato in una città industriale come Terni colpita dalla crisi del dopoguerra. Sull’onda di quel successo nacque la “borghesia comunista” che si pose alla guida del Comune. Altri elementi potranno forse aggiungersi quando sarà accessibile l’archivio della sezione del PC di Terni, ancora in fase di riordino, a differenza di quello perugino, che non solo è stato riordinato ma anche versato all’Archivio di Stato locale e corredato di una preziosa pubblicazione (con gli inventari) a cura della Sovrintendenza Archivistica dell’Umbria. In ben altra atmosfera ci trasporta l’articolo di Agnese Morano su Organi e cantorie nella Diocesi di Temi Nami Amelia, che, tra l’altro, riporta un interessante documento a sostegno della tesi del progetto berniniano dell’organo della Cattedrale di Terni. Anche questo fascicolo, come è ormai abitudine, lascia uno spazio alla storia del più ampio territorio dell’Umbria e della Sabina: lo fa con due articoli, uno di Daniele Cellamare su un bronzetto del V secolo ritrovato nella zona di Cascia, in seguito a un violento nubifragio, nel 1794; e l’altro di Vincenzo Di Flavio su una pergamena del XIV secolo, da lui fortuitamente scovata nell’Archivio Capitolare di Rieti (e riportata in appendice), che contiene scarne ma interessanti notizie (“ricordi”) di papi, prelati, personaggi di rango e di gente comune. Alla fine si trovano due recensioni, rispettivamente di Letizia Salvatori al libro di M. Petralla e G Sapori su La Chiesa parrocchiale di Arrone, e di Angela Cicioni al libro di Walter Mazzilli Le vie e le piazze di Temi. Gli autori citati da ultimo, Morano, Cellamare, Di Flavio, Salvatori, Cicioni, sono delle firme nuove della nostra rivista. Auguriamo a noi e a loro di ospitarli nuovamente. Chiude il fascicolo la consueta rassegna di beni e attività culturali relativi al primo semestre 2005. Cogliamo l’occasione per rivolgere un pensiero a coloro che ci hanno lasciati: Evolo Riccardi, appassionato di storia locale, uno dei primi e più fedeli sostenitori della rivista; Lindoro Biancifiori, candido poeta ternano.