Memoria Storica

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Memoria Storica 10
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STUDI
Terni politica: dallo Stato Pontificio al Regno d’Italia
Vincenzo Pirro
Terni: profilo di storia postale
Mino Valeri

MEMORIE
Bibliografia di Terni (XVI-XX secolo)
Telesforo Nanni

RICERCHE
La Cassa di Risparmio di Terni dalla sua costituzione al 1898
Piero Menci

La condizione dei contadini umbri nell’Inchiesta ]acini
Antonio Di Fazio

BENI CULTURALI
L’area di S. Valentino nel quadro della toponomastica di Terni
Serena Zampolini
I sarcofagi paleocristiani provenienti dall’area cimiteriale valentiniana: note e riflessioni
Cristina Ranucci

STORIA DELLA SCUOLA
La scuola elementare a Terni durante il Fascismo, 1925-1934
Roberto Rago

INVITO ALLA LETTURA
La società dello spettacolo a Narni tra Otto e Novecento (F.Bussetti)
Roberto Stopponi
Santa Restituta. Storia di un castello medievale (M Vincenti)
Telesforo Nanni
Il Lago Velino, la Cascata e le bonifiche rinascimentali ( W.Mazzilli)
Paolo Renzi
La Polymer a Terni, conoscere una fabbrica (B. Giulianelfz)
Flavio Frontini

NOTIZIE
Francesco Pullia

Presentazione

Con questo fascicolo Memoria Storica entra nel sesto anno di vita, confermando la continuità di una presenza che ormai è tradizione. Va sempre più prendendo corpo il progetto di restituire a Terni la memoria del suo passato con un lavoro di scavo e di ricognizione che non concede nulla alla mitologia. Si tratta di un lavoro che richiede un impegno vigile e costante, ripagato solo dal gratificante riconoscimento dei lettori. A cui va ancora una volta l’appello a rinnovare il tacito patto di alleanza, in nome della cultura. Siamo convinti che è la cultura a rendere più vivibile una città, a farla più dignitosa e rispettabile: e in particolare la cultura storica, che è intessuta degli elementi vitali di un popolo e di una comunità, su cui si innestano la tensione progettuale e l’ansia del fùturo. Questo fascicolo della rivista è in gran parte dedicato all’Ottocento, o meglio alla seconda metà del secolo, quando Terni, con il resto dell’Umbria, entra a far parte del Regno d’Italia e incomincia a misurarsi con i grandi problemi del giovane Stato nazionale. Il che significa un ritorno ai temi della storia etico-politica in una prospettiva critica e moderna, in cui non c’è posto per la facile esaltazione delle “sorti magnifiche e progressive” e neppure per il compiaciuto pessimismo dei nostalgici e dei piagnoni. Troppe volte la storiografia locale, di ispirazione cattolica e marxista, ha dato prova di spirito antirisorgimentale, offrendo un quadro quasi idillico dell’Umbria premoderna e preunitaria, immersa nel sonno medievale, o dipingendo un ‘immagine catastrofica della regione dopo l’Unità alle prese con la modernizzazione. Troppe volte gli umori e gli interessi politici sono prevalsi sulla ragione storica, che considera si le opere di pace ma come esito della lotta e del travaglio umano; riconosce si un posto al negativo ma come momento dialettico della storia. Da questo punto di vista la ragione storica fa tutt’uno con la ragione morale.

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