Memoria Storica

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Memoria Storica 59

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Memoria Storica 59

STUDI
“Se l’arte debba essere libera o asservita”. Ricostruzione di un dibattito in cui fu coinvolta ampiamente anche Terni.
di Domenico Cialfi
Acquasparta città vetrina d’arte 1976-1992
di Mauro Marini
I Domini collettivi nella Valle ternana: il caso di Piediluco
di Miro Virili

RICERCHE
Terni, 15 febbraio 1885. Un duello nella Terni postrisorgimentale.
di Marcello Marcellini
In basso in alto, Nord Sud. Pratiche tradizionali, circuiti geografici e scorci prospettici nei cantieri archeologici e nelle opere pubbliche del secolo decimonono.
di Marta Rondi

NOTE E CONTRIBUTI
La costruzione della “strada ferrata” Chiusi-Orvieto-Orte
di Enrico Fuselli
Alcuni termini dialettali ortani odierni presenti in un manoscritto del XIV secolo
di Vincenzo Cherubini

OSSERVATORIO
La presenza a Terni di Gino Scaramucci
di Sergio Bellezza

RECENSIONI
di Domenico Cialfi

Presentazione

Con il presente fascicolo di “Memoria Storica”, n. 59, che segna il XXXI anno di presenza editoriale continuativa della rivista, recuperiamo un intero semestre ricollocandoci in linea con le scadenze semestrali. I prossimi due fascicoli della rivista, previsti per settembre e dicembre 2022, ci riavvicinano alla regolare cadenza e ci lasciano sperare che le ristrettezze imposte dalla pandemia siano del tutto superate. Nel ringraziare i soci e i collaboratori della rivista, un sincero ringraziamento va esteso anche ai solerti direttori delle nostre istituzioni culturali (Biblioteca comunale (bct) e Archivio di Stato), nonché in particolare a Barbara Gismondi, Sheila Santilli e Massimo Bartolini della sala Farini della bct per la cortesia e la professionalità con cui hanno sostenuto i ricercatori, e alla sig.ra Gloria Vatteroni e alla dott,ssa Letizia Salvatori, funzionarie dell’Archivio, per l’assistenza fattiva, anche a distanza, nel corso delle ricerche e dei riscontri necessari nell’estensione dei saggi. Ma veniamo alla presentazione dei saggi che compongono il fascicolo che, per altro, si presenta assai corposo e vario. La sezione degli Studi si apre con un saggio di Domenico Cialfi, volutamente ristretto al quinquennio immediatamente a ridosso della fine della guerra e della ritrovata libertà, che, segnato dallo scontro, sicuramente ideologico, ma anche culturalmente fondato tra due interpreti della libertà non solo espressiva: il giornalista e critico d’arte Giovanni D’Astoli e lo scultore Aurelio De Felice, si inoltra a ricostruire (grazie ad archivi privati già depositati e non solo) l’evoluzione delle posizioni dello scultore di Torreorsina che arriverà ben presto a ricusare le ingerenze della politica sull’arte, investendone anche la stampa locale. Il saggio si chiude con una notazione dell’autore che vale la pena riportare, in quanto rileva come, insieme ad una genuina e autentica circolazione nella nostra città delle esperienze artistiche più vive del nostro paese, si possa evidenziare, in qualche modo inaspettatamente per la sua precocità, anche una riflessione sull’arte nient’affatto provinciale, grazie proprio ai due intellettuali sopra ricordati che, inizialmente su sponde diverse, imposero all’attenzione del pubblico, oltre che agli addetti ai lavori, gli ardui temi dell’arte, compresi i nessi di essa con la politica e la società. Il secondo Studio, affidato all’ing. Mauro Marini, già sindaco negli anni ’80 della cittadina umbra, è incentrato ancora sull’arte e porta il titolo: “Acquasparta città vetrina d’arte (1976-1992)”. L’autore, neo-collaboratore della rivista, ricostruisce sulla scorta anche di una memoria attualizzata, oltre che di documenti di difficile reperimento, una fase storicamente importante per la diffusione della cultura artistica nella nostra regione. Tale ambito culturale, prendendo le mosse dalla generosa azione della Pro Acquasparta, arriverà a produrre dal 1981 al 1993 con “Arte Estate” in Acquasparta una tale messe di proposte artistico-culturali nel segno della continuità che fecero fare un balzo in avanti alla cittadina del sud dell’Umbria come portabandiera, in regione e non solo, della organizzazione e fruizione della contemporaneità in arte. Per altro verso, grazie ad una commissione di esperti (composta da Franca Calzavacca, Antonio Carlo Ponti, Mino Valeri, Francesco Federico Mancini (solo relativamente al primo anno), Cesare Vivaldi (dal secondo anno in poi) e con la collaborazione dell’Accademico Bruno Toscano e di Giovanna Sapori) che oltre ad avere il compito di organizzare in estate, nelle sale del Palazzo Cesi, l’allestimento espositivo delle opere rinvenute sul tema di ricerca, era tenuta a curare le relative monografie e promuovere convegni di studio, che hanno arricchito gli studi artistici, dimostrandosi insostituibili nel tempo per chiunque abbia voluto conoscere e/o ridefinire criticamente l’arte umbra. La sezione degli Studi si chiude con un circostanziato e documentato saggio di Miro Virili sui Domini collettivi del comune di Terni con particolare riferimento al Dominio collettivo di Piediluco. L’aspetto interessante proposto dall’autore è che tali enti, ormai ampiamente riconosciuti come istituzioni entro un quadro costituzionale, anche se affondano le proprie radici in tempi remoti, possano essere attualizzati e contribuire alla salvaguardia dell’ambiente in chiave di sostenibilità, proponendosi, per altro, proprio in quanto “communitas” quali genuini snodi di rappresentanza delle generazioni esistenti e future, e addirittura supplire le carenze di rappresentanza intervenute in seguito alla recente legislazione tesa alla semplificazione. Nell’ambito delle Ricerche, sempre attingendo a documentazione di prima mano, Marcello Marcellini affronta la figura di una personalità di rilievo nella Terni a cavallo tra Ottocento e Novecento: Girolamo Bianchini Riccardi, esponente di una delle famiglie più abbienti della città, capo dei vigili del fuoco, garibaldino in Grecia e uno dei più affascinanti giovani che a fine Ottocento si scontrò a duello con il capitano Gaspare Freddi, vice direttore della Fabbrica d’armi, per controversie circa la conduzione del circolo di cultura, da loro istituito. Una pagina interessante sotto molti aspetti della storia della città. Il secondo saggio della sezione Ricerche è stilato, con competenza e dovizia di documentazione, da Marta Rondi che, affrontando il tema dell’intervento statale nella tutela dei beni pubblici per l’Umbria, registra, al contrario degli anni Settanta dell’Ottocento, nell’ottava decade del secolo la crisi di un modello con un palese deterioramento delle funzioni locali e del raccordo tra la provincia e gli uffici centrali dei Ministeri competenti. Sulla base di questo assunto la studiosa imposta “un dialogo” tra Nord e Sud dell’Umbria, accomunati dalle stesse disfunzioni. La ricerca si articola in sei sezioni. Le prime due sono “Nord” (discorso sull’Ipogeo dei Volumni) e “Sud” (analisi dei lavori ai Monasteri di Santa Monaca e San Giovanni Evangelista in Amelia, sullo sfondo dei paralleli onerosi cantieri delle Mura); le ultime quattro riguardano, invece, la presentazione estensiva dei documenti, trovati e trascritti dall’autrice, afferenti all’Ipogeo dei Volumni, alle Mura di Amelia, al Monastero di Santa Monaca e al Monastero di San Giovanni Evangelista. Nella sezione Contributi Enrico Fuselli, continuando le ricerche sulle vie di comunicazione, affronta, con dovizia di documentazione anche accessoria, la costruzione della “strada ferrata” Chiusi-Orvieto-Orte, finalmente completata del 1874. Mentre Vincenzo Cherubini ci presenta “una registrazione osservazionale” della eventuale presenza ancor oggi di alcune parole dialettali nella comunità ortana e centroitaliana, rilevate nello scritto “Entrate uscite e memorie, il registro di Bartolomeo da Orte, 1369 – 1403”. Il fascicolo si chiude con l’Osservatorio, in cui compare Sergio Bellezza, invitato l’8 settembre 2021 alla presentazione del libro di Daniela Mori, “Gino Scaramucci, Comunista, Antifascista, Amministratore”, alle prese con la ricostruzione della presenza a Terni dello Scaramucci. All’intervento di Bellezza segue un ricordo dell’uomo politico della figlia Alba. Infine compare la recensione de “I Garibaldini nella Grande guerra”, curata dall’ Associazione garibaldini “Pietro Faustini”, Atti del convegno tenutosi presso l’Archivio di Stato di Terni il 29 novembre 2018, pubblicato per i tipi di Futura Libri, Perugia 2020.

Domenico Cialfi

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